
Folco Portinari
Via Folco Portinari Firenze
Il padre di Beatrice, che Dante ricorda con affetto come “uno dei più nobili cittadini di Firenze”, si chiamava Folco Portinari. Di lui si è detto che fosse un Guelfo disinteressato alla politica. Folco migliorò la posizione sociale della sua famiglia sposando Cilia, figlia di Gherardo Caponsacchi che nel 1193 occupava la più alta carica di Firenze e possedeva notevoli proprietà dentro e fuori le mura della città.
Nel 1285, Folco acquistò alcuni terreni accanto alla preesistente chiesa di Sant’Egidio (all’epoca ancora fuori dalle mura) e un anno dopo scrisse al Papa chiedendo il permesso di unire la sua terra con quella del monastero adiacente allo scopo di costruire un ospedale. Il papa accettò e Folco pagò la costruzione dell’ospedale di Santa Maria Nuova. Ebbe numerosi figli, tra cui la musa di Dante, e visse nel luogo dove ora è situata una lapide di Dante dedicata a Beatrice. Completato l’ospedale, il prestigio di Folco crebbe notevolmente e questo gli permise anche di svolgere alcune funzioni all’interno del governo di Firenze.
Folco morì l’ultimo giorno del 1289 e fu sepolto a Sant’Egidio come da lui espressamente richiesto nel testamento. I lettori della Vita Nova ricorderanno il suo funerale perché Dante scrive di alcune donne che avevano notato quanto triste fosse Beatrice, e anche perché quell’evento scatenò un delirio di nove giorni in cui il poeta previde la morte della giovane donna.
La porta principale della chiesa (nella foto in alto) è leggermente mascherata dall’immensa struttura moderna che si è successivamente sviluppata. La tomba del Portinari (in basso) si trova all’interno dell’ospedale e sulla destra. Il suo stemma e l’iscrizione sono ancora visibili: “hic iacet Folchus de Portinaris, qui fuit fondatore e edificatore huius ecclesie et ospitalis Sancte Marie Nove et decessit anno MCCLXXXVIIII die XXXI decenbris, cuius anima pro Dei misericordia, requiescat in pace” (“Qui si trova Folco dei Portinari, che fu il fondatore e costruttore di questa chiesa e dell’ospedale di Santa Maria Nuova, e morì il 31 dicembre 1289. Possa la sua anima riposare in pace nella misericordia di Dio”). Un tempo, in questo luogo, erano presenti anche un bassorilievo di Folco e la tomba di uno dei suoi figli.
Accanto alla chiesa si trova il monumento a Monna Tessa e il Mausoleo del Conte Angiolo Orlando Galli Tassi (1792-1863), costruito nel 1873 (sotto). Sorge dove un tempo era collocato il vecchio cimitero di Sant’Egidio, chiamato il Chiostro delle Ossa. Il nome deriva dal fatto che questo è il luogo dove sono stati sepolti migliaia di corpi e dove sono stati esposti centinaia di scheletri nel tentativo di ricordare agli uomini il loro inevitabile destino mortale.
Così scriveva, nel 1684, Ferdinando Leopoldo Del Migliore (1628-1696):
“Tutte le muraglie eran coperte da ima a somma d’ossa accatastate, e di scheletri interi compaginari, che adattati in certe nicchie di legno a cassetta [...] dissero, Firenze d’aver perduta la memoria della Morte [...] L’uso era in molti di condurre i figliuoli a veder quell’Ossa, e dir loro figliuoli tenete a mente, questo è il nostro fine [...] Quivi pendono da quegli scheletri i Versi tanto divulgati di S. Maria Nuova [...] Sopra all’alta porta [...] seguiva un terzetto di Dante del Canto XVI del Paradiso: ‘Le vostre cose tutte hanno lor morte / Si come voi; ma celasi in alcuna; / Che dura molto, e le vite son corte’ (Paradiso XVI, 79-81)”. Del Migliore ritiene che tra la fondazione dell’ospedale e il 1680, almeno 360.000 salme siano state sepolte in questo piccolo spazio.
Questa modesta lapide (in basso), situata in via Folco Portinari 7, fu istallata in onore del padre di Beatrice. Risale al 1785 ed è firmata da Pietro Leopoldo, Grande Duca di Toscana che cercò sempre di fare di Firenze la città modello dell’Illuminismo.
Stemma della famiglia Portinari