Badia
Via del Proconsolo Firenze
Si tramanda che la Badia fu fondata nel 978 dalla contessa Willa, madre di Ugo di Toscana. Sulla proprietà originaria scelta per la Badia, esisteva già una piccola struttura conosciuta come la chiesa di Santo Stefano, che fu architettonicamente incorporata nell’abbazia benedettina.
Nel 1285 la Badia fu ristrutturata da Arnolfo di Cambio che posizionò l’abside verso le mura della città (ad est, dove ora corre via del Proconsolo). Nel 1600 la chiesa venne nuovamente ruotata, questa volta con l’abside puntata verso l’Arno, e prese la forma di una croce greca. Ugo di Toscana è sepolto nella tomba (in basso) sul muro ad est che fu considerato da Vasari il capolavoro di Mino da Fiesole (1469-81 circa).
Tuttavia, secondo la leggenda popolare fu Ugo di Toscana a decidere di costruire la Badia dopo un sogno spaventoso:
“Avenne, come piacque a-dDio, ch’andando lui [Ugo] a una caccia [...] per lo bosco si smarrì da sua gente, e capitò, a la sua avisione, a una fabbrica dove s’usa di fare il ferro. Quivi trovando uomeni neri e sformati che in luogo di ferro parea che tormentassono con fuoco e con martella uomeni, domandò che ciò era. Fugli detto ch’erano anime dannate, e che a simile pena era condannata l’anima del marchese Ugo per la sua vita mondana, se non tornasse a penitenzia; il quale con grande paura si raccomandòe a la vergine Maria, e cessata la visione, rimase sì compunto di spirito, che tornato in Firenze, tutto suo patrimonio d’Alamagna fece vendere, e ordinò e fece fare sette badie: la prima fu la Badia di Firenze a onore di santa Maria” (Villani, Nuova Cronica, 5.2).
La Badia è di grande interesse per gli ammiratori di Dante almeno per due ragioni: la prima è perché sembra che il sommo poeta e Beatrice frequentassero entrambi questa chiesa; la seconda per il fatto che, tra il 1373 e il 1374, Giovanni Boccaccio tenne le prime lecturae pubbliche sulla Divina Commedia nello spazio ora occupato dalla cappella Pandolfini (sotto). La cappella prende il nome da Battista Pandolfini che commissionò questa sezione della chiesa e il cortile che la separa da Via Dante.
Stemma della famiglia Pandolfini