
Della Bella
Via dei Tavolini Firenze
Ciascun che della bella insegna porta
del gran barone...............
da esso ebbe milizia e privilegio;
avvenga che col popol si rauni
oggi colui che la fascia col fregio.
(Paradiso XVI.127-32)
Questo è lo stesso passaggio del Paradiso che abbiamo visto commemorato in Via del Proconsolo vicino all’entrata principale della Badia, in cui è sepolto Ugo, il Margravio di Toscana (950-1001 circa). Un margravio era una specie di governatore del sistema amministrativo imperiale. Ugo si diede molto da fare per la Toscana e trasferì la capitale da Lucca a Firenze.
Per raggiungere i suoi obiettivi, Ugo di Toscana aveva bisogno del sostegno delle famiglie ghibelline di Firenze, tra cui quella di Giano Della Bella. Intorno al 980, Ugo, il “Grande Barone”, concesse a queste nobili famiglie alcuni privilegi che fecero aumentare la loro ricchezza e il loro potere. In cambio, queste famiglie (i Della Bella, gli Amidei, i Gangalandi, i Pulci, i Giandonati e gli Alepri) incorporarono le strisce verticali bianche e rosse del suo stemma nei propri vessilli e gli promisero lealtà eterna. I Della Bella inoltre aggiunsero al proprio stemma un bordo dorato per ricordare questa particolare relazione con Ugo di Toscana. Se guardi dall'altra parte della strada sul muro in alto a sinistra vedrai un’altra lapide: è quella dei Galigai (vedi qui).
I nobili erano quelli che iniziavano le guerre e fornivano al Comune i cavalieri che combattevano a cavallo. Tuttavia, i cittadini comuni pagavano spesso un prezzo più alto in termini di vittime, poiché erano obbligati a fornire un certo numero di soldati a piedi.
Cacciaguida non ebbe problemi con questa cosa. Ciò che non condivideva era la decisione di Giano Della Bella di rivoltarsi contro i nobili e di schierarsi con i mercanti che spesso erano altrettanto ricchi ma privi di titoli nobiliari. Giano Della Bella promulgò gli Ordinamenti di Giustizia approvati nel 1293-95 e pensati per strappare il potere alle famiglie dei nobili magnati. Le nuove leggi avevano lo scopo di fermare gli eccessi di potere, in città come in campagna, perpetrati dai nobili sui mercanti e sugli artigiani.
Villani racconta: “e di ciò fu de’ caporali intra gli altri uno valente uomo, antico e nobile popolano, e ricco e possente, ch’avea nome Giano della Bella, [...] con séguito e consiglio d’altri savi e possenti popolani. E faccendosi in Firenze ordine d’arbitrato in correggere gli statuti e le nostre leggi [...] sì ordinarono certe leggi e statuti molto forti e gravi contro a’ grandi e possenti che facessono forze o violenze contro a’ popolari, [...] e quelle leggi chiamarono gli ordinamenti della giustizia” (Villani, Nuova Cronica, 9.1).
Ma queste leggi andarono oltre. Proibirono a tutti i membri delle famiglie nobili di ricoprire cariche pubbliche. Di conseguenza, molte famiglie cambiarono il loro nome (ad esempio, i Tornaquinci divennero i Tornabuoni), abbandonando le loro origini aristocratiche e diventando popolani per mantenere una certa influenza sul governo della città.
Non molto tempo dopo però, i cittadini comuni si stancarono di Giano che fu costretto a fuggire in Francia. Negli anni successivi il sistema feudale lasciò il posto a quello che molti hanno descritto come la nascita del capitalismo.
Stella della famiglia Della Bella
Stemma di Ugo di Toscana