Lamberti
Via dei Lamberti Firenze
........ e le palle de l’oro
fiorian Fiorenza in tutt’i suoi gran fatti.
(Paradiso XVI.110-11)
La lapide è situata in via Lamberti proprio dove anticamente vi erano le case e le torri della famiglia Lamberti. A parlare è Cacciaguida che racconta a Dante le virtù dei cittadini fiorentini nei tempi antichi. Tra questi vi erano i Lamberti (il cui stemma era appunto rappresentato da palle d’oro in campo azzurro) di parte Ghibellina ed espulsi da Firenze nel 1258.
“Nobilissimi e potentissimi cittadini furono li Lamberti, de’ quali per la loro arme l’Autore ne fa menzione; quasi dica: come la palla è disegnatrice dell’universo, e l’oro avanza ogni metallo, così di bontade e di valore costoro avanzavano li altri cittadini” (L’Ottimo commento).
Secondo Villani, la discendenza della famiglia Lamberti è da ricondurre a un barone di nome Lamberto venuto in Italia dalla Sassonia con l’imperatore Ottone I. Ciò che i documenti ufficiali attestano tuttavia, è essenzialmente lo stesso di quanto contenuto nelle brevi dichiarazioni di Cacciaguida: possedevano terre e castelli fuori Firenze e sostennero gli Uberti contro i Guelfi.
Nell’universo di Dante, il peggiore della famiglia dei Lamberti fu senza ombra di dubbio Mosca, condannato dal poeta alla bolgia dei seminatori di scandalo (Inferno XXVIII.103-11). Secondo la leggenda (e anche secondo Dante), Mosca fu colui che senza pensarci due volte −sentito su cosa fosse meglio fare dopo che Buondelmonte aveva rifiutato di sposarsi con una fanciulla degli Adimari− disse che l’unica soluzione era procedere con l’uccisione del Buondelmonti.
Dante chiede a Ciacco del destino di Mosca e gli viene detto che è “tra le anime più oscure” (Inferno VI.35). Quando Dante arriva tra gli scismatici, Mosca de’ Lamberti si mostra al poeta alzando i moncherini di entrambe le mani mozzate dai demoni. Lo Stradano (Jan van der Straet) dipinse la sua interpretazione di Mosca in Inferno XXVIII (sotto).
Stemma della famiglia Lamberti