I. Anfiteatro Romano

Borgo dei Greci Firenze

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Dopo aver visto dove sorgeva San Pier Scheraggio, percorri Via della Ninna fino alla fine e arriverai in Piazza del Grano. In questo luogo, proprio dietro Palazzo Vecchio, vi erano una serie di gabbie per i leoni che vennero poi spostate da Cosimo I nel 1550 in Piazza San Marco perché i vicini si lamentavano continuamente dell’odore e del rumore (infatti, a quanto pare, gli animali ruggivano parecchio).

Lo storico Gregorio Dati (1362-1435) scrisse: “Dietro il Palazzo della Signoria è una gran casa con un gran cortile dove stanno assai lioni che figliano quasi ogni anno, e ora quando partii ve ne lasciai ventiquattro tra maschi e femmine”. Anche Giovanni Villani li menziona e, infatti, registra la nascita di sei cuccioli nel 1331.

I cittadini di Firenze erano particolarmente orgogliosi di questi animali, un fatto che risale a prima dell’invenzione del Marzocco (ossia il Leone dall’altra parte dell’edificio che regge uno scudo con un giglio rosso: vedi la versione di Donatello che si trova al Bargello, in basso). I fiorentini celebravano pubblicamente la nascita degli animali e ne piangevano la loro morte. L’ultimo leone ad essere tenuto come una sorta di mascotte della città morì nel 1777.



Alla fine della strada svolta a sinistra in Via dei Leoni. Come vedrai, Palazzo Vecchio si estende fino alla fine di Via della Ninna e in questa area una volta viveva il boia.

Quando arrivi a Borgo dei Greci, gira a destra. Questa strada (che deriva il suo nome probabilmente da una famiglia chiamata Greci) è molto antica: collegava il teatro della colonia romana (vedi la forma a D rovesciata in basso) all’anfiteatro (sempre nella figura in basso, marcato con la forma ellittica).



Procedendo, passerai Via del Parlascio sulla tua destra. Dicono che prenda il nome da perilasium (tardo lat.) che a sua volta viene da una parola greca che si riferisce agli spazi circolari, in questo caso, l’anfiteatro (un’arena sportiva modellata sul Colosseo). È probabile che Via Torta, che corre lungo il perimetro settentrionale, abbia preso il suo nome in modo simile.

Nel 1887 una piccola parte della base dell’anfiteatro fu esposta durante alcuni scavi fognari sotto Borgo dei Greci. Gli archeologi hanno determinato che originariamente misurava circa 113m in lunghezza e 90m in larghezza. Anche se leggermente più piccolo del Colosseo, a Firenze questo edificio veniva usato principalmente per lo stesso scopo. Infatti, si diceva che proprio qui San Miniato avesse affrontato con successo, almeno in due occasioni, alcuni animali selvatici. Ai tempi di Dante, la maggior parte delle macerie provenienti dalle mura dell’anfiteatro era stata usata per costruire le abitazioni di questa zona.

Termina qui la nostra passeggiata. Se non sei ancora stanco, ti suggeriamo di andare a Santa Croce e di visitare la statua di Dante e la tomba che si trova all’interno.