
San Giovanni
Piazza del Duomo Firenze
... nel mio bel San Giovanni.
(Inferno XIX.17)
Il Battistero di San Giovanni, dove Dante e molti altri illustri fiorentini furono battezzati, è uno dei rari esempi di architettura romanica a Firenze. Per centinaia di anni, la gente ha creduto all’antica leggenda secondo la quale il battistero venne costruito su un tempio romano dedicato a Marte.
Secondo la tradizione popolare, i cristiani spostarono una statua equestre raffigurante il dio romano, la quale si trovava una volta qui, all’estremità del Ponte Vecchio dopo che il tempio era divenuto una chiesa cristiana. Marte si offese per questo e andò su tutte le furie promettendo che se ne sarebbe violentemente vendicato.
Nel 1895, tuttavia, gli archeologi scoprirono sotto il battistero i resti di case romane risalenti al I secolo d.C. Ai giorni nostri gli studiosi sono ancora incerti sulla sua data di costruzione, ma sembra ormai improbabile che fosse costruito veramente sui resti di un tempio romano. La più antica menzione del Battistero che si conosca parla di una chiesa e risale al 897. Alcuni credono che l’edificio venne costruito tra il IV e il V secolo, altri invece pensano che sia più antico di qualche secolo. Ad ogni modo, alcune lastre di marmo usate per l’edificazione furono riciclate da altri edifici del foro romano (ossia dove ora è Piazza della Repubblica). Incassato in una delle pareti esterne si può inoltre vedere un bassorilievo con scene di naumachia e vendemmiatori. Questa decorazione deriva probabilmente da uno dei sarcofaghi di epoca romana rinvenuti sul sito.
Fu severamente danneggiato da un incendio nel 1177, ma nel 1293 venne completamente restaurato. Dante lo vide quando la parte esterna era praticamente nuova. Sulla zona intorno al battistero (che allora era principalmente una larga sezione terrosa che serviva da cimitero) incombeva la torre del Guardamorto (rimpiazzata successicamente dal Bigallo). Gli ultimi sarcofaghi furono rimossi nel 1288 per modernizzare la piazza. Era proprio tra queste tombe che Boccaccio aveva immaginato il curioso incontro tra Guido Cavalcanti e Betto Brunelleschi in Decameron 6.9.
All’interno il mosaico del Giudizio Universale (la larga figura di Cristo e i pannelli disposti ai lati) fu completato tra il 1260 e il 1270, così che i peccatori e i beati qui rappresentati furono da sempre impressi nella mente di Dante.
Sopra: Coppo di Marcovaldo. Particolare del Giudizio Universale