Arno
Piazza Piave Firenze
... Per mezza Toscana si spazia
un fiumicel che nasce in Falterona
e cento miglia di corso nol sazia.
(Purgatorio XIV.16-18)
Questa bella terzina sull’Arno proviene da un lungo passaggio del Purgatorio in cui Dante si presenta a Guido del Duca nella Cornice degli Invidiosi, dove i penitenti hanno gli occhi cuciti. Questa torre, conosciuta come la Torre della Zecca Vecchia, fu costruita poco prima dell’inondazione del 1333.
La leggenda vuole che nelle fondamenta ci sia un passaggio (ora sommerso) sotto il fiume che da qui portava fino all’altra sponda. Ai tempi di Dante, la zecca ufficiale si trovava nella zona dove ora ci sono gli Uffizi. Aprì nel 1237 e nel 1252 iniziò a coniare i primi fiorini.
All’angolo tra via dei Neri e via Giancarlo Setti si trovano due lapidi, ciascuna delle quali ricorda il massimo livello d’acqua dell’Arno raggiunto durante due storiche esondazioni. La prima, in alto, richiama la piena dell’Arno del 1966; l’altra invece, molto più antica, reca una scritta sulla quale si legge: “MCCCXXXIII dì quattro di novembre giovedì, la notte poi vegnendo ’l venerdì, fu alta l’acqua d’Arno fino a qui”, con una manicula che indica il livello d’acqua conseguito dallo straripamento del fiume.
“Nelli anni di Cristo MCCCXXXIII, il dì di calen di novembre [...] cominciòe a piovere [...] e così seguì al continuo IIII dì e IIII notti, crescendo la piova isformatamente e oltre a modo usato, che pareano aperte le catarratte del cielo e con la detta pioggia continuando grandi e spessi e spaventevoli tuoni e baleni, e caggendo folgori assai [...] Per la detta pioggia il fiume d’Arno crebbe in tanta abbondanza d’acqua [...] sì che sommerse molto del Casentino, e poi tutto il piano d’Arezzo, del Valdarno di sopra [...] e poi scendendo nel nostro piano presso a Firenze [...] nella chiesa e Duomo di San Giovanni salì l’acqua infino al piano di sopra de l’altare, più alto che mezze le colonne del profferito dinanzi a la porta [...] e abbattè in terra la colonna co la croce del segno di san Zanobi [...] e al palagio del popolo [...] salì il primo grado della scala ove s’entra. [...] E cadde in Arno la statua di Marte, ch’era sul pilastro a piè del detto ponte Vecchio” (Villani, Nuova Cronica, 12.1).
Raffaello Sorbi. Dante Incontra Beatrice (1903) Si noti la Torre della Zecca Vecchia sullo sfondo