C. Vieusseux

Piazza Santa Trinita Firenze

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I discendenti dei Buondelmonti costruirono questo grande palazzo all’inizio del 1500. Ai tempi di Dante, qui c’erano due famose torri, una per ciascun lato dell’attuale facciata della struttura. A sinistra si ergeva la torre informalmente chiamata “Basciagatta”, che fu costruita dalla famiglia Folcardini nel XII secolo. A destra c’era la “Ribecca”, di proprietà della famiglia Scali.



L’edificio fu acquistato nel 1819 da Vieusseux (nella foto sopra), a cui è dedicata questa lapide. Si legge: “In queste case già dei Buondelmonti abitò Gio Pietro Vieusseux di Oneglia lungamente benemerito della civiltà italiana e qui moriva il dì 28 aprile 1863. Il municipio di Firenze nel 2 maggio successivo decretava questa memoria all’inclito cittadino”.

Vieusseux nacque nel 1779 nella cittadina ligure di Oneglia da genitori protestanti venuti in Italia da Ginevra. Dopo aver viaggiato in tutta Europa per oltre due decenni, Vieusseux si stabilì definitivamente a Firenze − all’età di 40 anni − dove acquistò questo palazzo. Seguendo la moda nord-europea di quei tempi, stabilì qui il Gabinetto Vieusseux, una sorta di sala di lettura dove fiorentini e stranieri potevano incontrarsi per scambiare idee o semplicemente per sedersi e sfogliare uno dei numerosi periodici dell'epoca.

Tra gli intellettuali che frequentarono il Gabinetto c’erano Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni, Schopenhauer, Dostoevskij, Alexandre Dumas, Mark Twain, Kipling, D. H. Lawrence, Thackeray e molti altri.

Vieusseux è stato l’editore e il fondatore de L’antologia, una rivista letteraria che venne pubblicata per venti anni prima di essere chiusa per motivi politici. L’antologia diede il suo sostegno anche ad altri periodici (tra cui l’Archivio storico italiano) che intendevano promuovere, sia politicamente che culturalmente l’unità d’Italia.

Durante tutto il Risorgimento la figura di Dante venne recuperata come simbolo dell’unità italiana, e proprio per gli autori del Gabinetto divenne uno dei principali punti di riferimento: tra le pagine dell’Antologia numerosi sono infatti gli appelli che sollecitano la cura di edizioni critiche delle opere dantesche.

Nel 1873, il Gabinetto lasciò questo edificio, e si trasferì in altre tre sedi (incluso il Palazzo del Partito Guelfo, 1923-40, quando il direttore della rivista era Eugenio Montale) prima di stabilirsi definitivamente a Palazzo Strozzi, nel 1940.

Ci dirigeremo ora verso Borgo Santi Apostoli, che era la strada che correva tra le mura del secolo XI e l’argine del fiume.

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